Quando gli psichiatri raccomandavano l’internamento amministrativo degli alcolisti
Contesto
Dalla fine del XIX secolo, secondo una tendenza comune a tutti i Paesi occidentali, numerosi Cantoni svizzeri adottarono una legislazione specifica sull'alcolismo, all'epoca considerato un «flagello» dal punto di vista igienico e sociale. Oltre alle misure fiscali e amministrative tese a regolare la produzione e la distribuzione di bevande alcoliche, la maggior parte delle leggi cantonali prevedeva disposizioni repressive contro quelli che definivano «ubriaconi» e altri «bevitori abituali».
Alcuni Cantoni, come Turgovia o Vaud, sollecitarono quindi l'assistenza di esperti per stabilire misure profilattiche contro gli alcolisti. I redattori della legge vodese del 27 novembre 1906 «sull'internamento degli alcolisti» fecero ad esempio esplicitamente riferimento all’opera degli psichiatri Auguste Forel (1848-1931) e Albert Mahaim (1867-1925), «Crime et anomalies mentales constitutionnelles» (1902), di cui vollero applicare i principi.
Contenuto
Auguste Forel, specialista in anatomia cerebrale, formatosi presso le università di Zurigo, Vienna e Monaco di Baviera, professore di psichiatria e direttore del ricovero cantonale per alienati a Burghölzli (Zurigo), fu uno dei principali teorici e praticanti della lotta contro l'alcolismo in Svizzera alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX secolo. In tale veste, partecipò alla fondazione del ricovero per bevitori a Ellikon an der Thur (1888).
Difensore di un’«igiene della razza», Forel riteneva, estendendo la teoria del «criminale nato» associata all'antropologia criminale di Cesare Lombroso (1835-1909), che esistessero «anomalie mentali costituzionali», cioè «difetti» congeniti ed ereditari all’origine di molti delitti.
Con la loro opera del 1902, Auguste Forel e il direttore medico dell’ospizio per alienati di Cery (Vaud) Albert Mahaim contribuirono a costruire un’immagine scientifica della figura dell’«alcolista», allora considerato una «piaga sociale» pericolosa per i suoi familiari, per la società e per la «razza» che avrebbe creato. Legittimando il ricorso all'internamento amministrativo, Forel e Mahaim raccomandavano di guarire con un trattamento di astinenza, qualsiasi «ubriacone», volente o nolente, considerato curabile, alla stregua del trattamento medico riservato all’«alienato». L’«alcolista psicopatico», ritenuto invece incurabile, doveva essere sottoposto a una restrizione della sua libertà d'azione che prevedeva l'internamento in un istituto speciale e appropriato, la tutela e la sorveglianza da parte della polizia. Tuttavia, per non associare questa detenzione a una condanna giudiziaria, l'internamento doveva essere «puramente amministrativo, per salvare la società e l’individuo».
Approcci
In primo luogo, la fonte rivela lo stato delle conoscenze e delle soluzioni proposte da psichiatri autorevoli in Svizzera all'inizio del XX secolo per contrastare l'alcolismo. Tuttavia, anche se i redattori della legge vodese del 27 novembre 1906 «sull'internamento degli alcolisti» si riferirono al lavoro di Forel e Mahaim, è necessario determinare in che misura il legislatore abbia effettivamente tratto ispirazione dalle teorie degli alienisti e come le abbia interpretate. Nel caso in esame è quindi necessario confrontare attentamente le disposizioni di legge adottate con le prescrizioni contenute nel libro «Crime et anomalies mentales constitutionnelles».
In senso più generale, questo esempio s’interroga sul legame tra il sapere specialistico e la legittimazione politica. Il che implica la necessità per lo storico di verificare sistematicamente l'autenticità, la validità e l'uso di una giustificazione scientifica a fini politici.
L. Maugué/Traduzione
Fonte
Forel, Auguste; Mahaim, Albert: Crime et anomalies mentales constitutionnelles. La plaie sociale des déséquilibrés à responsabilité diminuée, Genève, Kündig, 1902.